adjetivoss... superlativos

01.05.2012 14:42

AMATA, odiata, BARBIE divide ancora.

“Icona pop negli anni Sessanta, simbolo della donna oggetto nei Settanta, gioiello dell’edonismo più chic negli Ottanta, perla da collezionismo nei Novanta… Di tutti i primati, il più solido resta quello verbale. Prima che la bambola più venduta del mondo (tre milioni all’anno, una ogni due secondi), la più vestita (100 mila chilometri di stoffa), la più accessoriata (un miliardo di scarpe, decine di camper, fidanzati, cappelli, piscine a cuore e occhiali a specchio), Barbie è il giocattolo per cui sono state spese più parole. Regina dei dibattiti socio-psico-pedagogici, gioco preso straordinariamente sul serio da schiere d’intellettuali adulti, che ne hanno fatto il segnale di un’epoca, un modello d’identità. Eppure oltre che archetipo rosa shocking, il simbolo di un mondo sempre un po’ più lieve e patinato della realtà, Barbie resta un best-seller. Indiferente alle teorizzazioni come all’ostracismo degli esperti. Sensibile piuttosto al marketing, che ha aggiornato, sistematicamente e oculatamente, il sogno al target, la Venere tascabile al passo della moda.

Paura del confronto? <<Provo un’antipatia viscerale per questa modella troppo alta e troppo finta, un misto fra l’anoressia e la finta adultità, che induce le birabe a scimmiotare il mondo dei grandi, non in modo creativo, ma superficiale, ricalcando lo stereotipo fisso di un mondo fasullo, dove si respira una cert’aria da telenovelas>>, sostiene Giuseppina Speltini, docente di Psicologia dei gruppi all’Università di Bologna. <<La Barbie è per definizione magrissima e biondissima. La quantità di oggetti, vestiti e informazioni che accompagnano da subito il suo acquisto, lasciano pochissima libertà d’immaginazione e introducono nel gioco una sorta di inquietante affettazione>>. Il contesto è dato, le avventure già scritte, col rischio, per dirla in vulgata* psicologica che anziché giocare, le bambine <<vengano giocate>>. Se a ciò si aggiunge la <<perfezione schiacciante>> e la corsa all’ultimo abito>>, il partito dei detrattori è definitivamente diviso da quello dei fan.

Vive nel ventesimo secolo e, se propio bisogna farne un mito, non può che incarnare l’american dream**, florido e ginnico. Questo è l’anello debole: <<il gioco Barbie non si proietta nel futuro, si risolve tutto nel presente, perché non allude a un rito, un passaggio evolutivo>>, sostiene Olwen Hufton, docente di Storia delle donne all’Università di Harvard e autrice di Destini Femminili (Mondadori). <<La ragione della mia perplessità è questa: bambine di tre, quattro anni, che giocano alle “reginette del ballo”, con abiti da sera e fidanzati, si abituano a pensare da grandi prematuramente>>.

Con una bambola-bambina si gioca alla mamma. Con una sex-symbol in miniatura s’impara semplicementead avere fretta. Di crescere”.

3 Ahora en italiano
3.6 Los sinónimos de Barbie

Los sinónimos de Barbie que aparecen en el texto son muchos, los siguientes serían con los que estamos más familiarizados y que se refieren en si al personaje, en este caso los sinónimos se pueden utilizar indistintamente en cualquier tipo de texto que se refiera a la muñeca.

 

INTENCIÓN DEL AUTOR:  criticar el tema